Ex Padiglione del Genio Militare, Alessandria
Ex Caserma Litta Modignani, Pinerolo
Capannoni ex Deposito Presidiario, Alba
Caserma dei Carabinieri, Cuneo
Caserma Scarpaccino e Franzini, Alessandria

Committente:
Agenzia del Demanio – Dir. Regionale Piemonte e Valle d’Aosta
Tipo di appalto:
Pubblico
Affidamento:
Verifica Vulnerabilità, Diagnosi Energetica, PFTE architettonico/strutturale/impiantistico
Periodo di esecuzione:
2020 – in corso
Importo dei lavori:
€ 19'120’683
Ruolo di SB+:
Mandante di RTP: 23%
Vincolo:
42/04
Sviluppo in BIM:


Il Servizio

Il Servizio è consistito nella Verifica di Vulnerabilità di n° 5 immobili in Piemonte tutelati ex 42/04 per complessivi 41.386mq. La descrizione che segue verte sull’ex Padiglione del Genio Militare di Alessandria oggi occupato dalla Prefettura, dal Corpo Forestale dello Stato, dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Questo edificio, in origine eretto come Monastero nel XV secolo, è formato da cinque Unità Strutturali, compresa la chiesa della SS. Annunziata, oggi sconsacrata ma oggetto di particolare attenzione da parte della Soprintendenza.

Analisi Storica e Documentale

Una significativa complessità è stata indotta dalla presenza nel Complesso di più conduttori, afferenti a diversi Ministeri. La ricerca è stata dunque condotta su un quadruplo filone. Inizialmente sono stati contattati i vari Enti Usuari: Ministero degli Interni, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Ministero della Giustizia, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. In seguito sono state contattate le PP.AA. locali, istituzionalmente depositarie degli elaborati progettuali/costruttivi: Comune di Alessandria, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria Asti e Cuneo, Provveditorato interregionale per il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Liguria. Il terzo percorso è stato quello rivolto agli Enti che custodiscono la storicità dei beni (vari archivi tra cui l’Archivio Storico del Genio Militare di Roma, l’Archivio Storico di Alessandria e Torino, ecc.) Per ultimo ci siamo relazionati con gli Uffici preposti dell’Esercito: Ministero della Difesa “1° Reparto Infrastrutture di Torino”. Al termine della fase abbiamo avuto disponibilità di tutto quanto fosse possibile reperire.

Campagna delle Indagini

L’approvazione della Soprintendenza è stata data accogliendo pienamente la proposta e dunque autorizzando l’esecuzione delle indagini così come descritte negli elaborati progettuali. Massima attenzione è stata rivolta alla Chiesa e i suoi apparati decorativi, adottando tecnologie non invasive e preferendo comunque, per l’esecuzione di indagini, elementi architettonici dalle superfici neutre e prive di elementi di decoro. Dopo l’esecuzione delle indagini è stata prodotta una nuova versione dell’elaborato raffigurato che costituisce il “consuntivo” e che tiene conto delle variazioni occorse in sede di esecuzione.

Verifica di Vulnerabilità

La verifica sismica ha evidenziato la presenza di alcune vulnerabilità che sono da ritenersi tipiche per gli edifici in muratura, come ad esempio le debolezze rilevate nei confronti dei meccanismi di ribaltamento locale; altre invece sono risultate strettamente legate allo stato manutentivo di alcuni elementi. L’impostazione dei modelli di calcolo (intesa come individuazione delle varie unità strutturali, delle tipologie murarie e degli orizzontamenti) è stata particolarmente complessa ed articolata in ragione dell’ultracentenaria storia dei beni e dei numerosi rimaneggiamenti che il complesso ha subito nel tempo. A titolo di esempio, in alcune unità strutturali, sono state riscontrate e modellate decine di tipologie di orizzontamenti: differenti per caratteristiche costruttive, materiche e temporali. Trattandosi di beni tutelati, notevole è stata l’attenzione posta per “affinare i modelli di calcolo” in forza di pochissime prove disruttive/debolmente invasive ma su moltissime indagini non invasive: la calibrazione e l’interpretazione di ogni singola prova, la valutazione di eventuali criticità locali quali ammaloramenti per vetustà o per mancanza di manutenzione (come spesso rileviamo in sottotetti difficilmente accessibili o addirittura “non accessibili”) ha consentito di creare dei modelli che ben rappresentassero la reale struttura dei beni pur avendo mantenuto una bassissima invasività nella campagna di prove. La progettazione degli interventi, anche questa avvenuta nel rispetto delle linee guida ministeriali per gli edifici storici, ha consentito di raggiungere sempre un livello di sicurezza sismico (NTC2018) maggiore del 60% ed in alcuni casi anche l’adeguamento.