Progetto di miglioramento del Palazzo Scola-Camerini, sede della Questura di Ferrara, danneggiato dal sisma emiliano del 2012

Committente:
INVIMIT SGR spa
Tipo di appalto:
Pubblico
Affidamento:
Progetto Definitivo ed Esecutivo, CSP
Periodo di esecuzione:
2019 - 2023
Importo dei lavori:
€ 1'960'533
Ruolo di SB+:
Unica assegnataria
Vincolo:
42/04
Sviluppo in BIM:


Il palazzo, posto in Corso Ercole I d’Este, dinnanzi al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, è un immobile storico e tutelato, di rilevante importanza. Elevatissima è stata l’attenzione posta dalla Soprintendenza circa la tipologia di rafforzamenti da progettare: per ciascuno di questi si è dovuta dimostrare la reversibilità e la compatibilità con il pregio dell’edificio. Tale circostanza ha comportato per SB+ un’attenzione straordinaria finalizzata a studiare molte differenti tipologie di consolidamento, ciascuna adatta alla localizzazione e alla deficienza lì presente. Uno studio così accurato ed articolato, alla ricerca della miglior soluzione possibile in relazione alla problematica da trattare, verificandone l’efficacia con studi propri e in letteratura, costituisce un patrimonio esperienziale che SB+ ha adottato e continua ad adottare nei consolidamenti di strutture murarie con presenza di orizzontamenti lignei o in latero-cemento.

Sono state previste e dimensionate soluzioni tecniche tradizionali (catene, scuci/cuci, catene, ecc.) e altre innovative (microtrefoli in acciaio galvanizzato UHTSS, fibre vetro e sfioccamenti, ecc.).

Una volta acquisita la necessaria conoscenza dell’immobile, si è dato avvio alla modellazione al fine di verificare, sismicamente e staticamente, le carenze strutturali. Queste sono emerse nelle modalità tipiche degli edifici in muratura, dunque, ad esempio, nei confronti dei meccanismi di ribaltamento locale; altre invece sono risultate legate allo stato manutentivo di alcuni elementi. Particolare attenzione è stata posta allo studio dei meccanismi di ribaltamento che notoriamente sono i primi ad attivarsi e sono quelli che maggiormente mettono in pericolo la vita degli utenti. Trattandosi di bene tutelato, notevole è stata l’attenzione posta per “affinare i modelli di calcolo” in forza delle indagini materiche che erano state eseguite.

Come anticipato, nella progettazione si è fatto ricorso sia a tecniche tradizionali sia alle più moderne tecnologie di intervento:

  • scuci-cuci (armato e non);
  • ripresa di lesioni;
  • consolidamento delle lesioni su pareti decorate previa applicazione di velinatura di sostegno a protezione degli elementi di pregio e successiva rimozione del bendaggio/velinatura;
  • tiranti, da inserirsi in corrispondenza degli incroci murari;
  • cordolatura con nastri in fibra di vetro e fiocchi di connessione, previsti in corrispondenza di quei solai in latero-cemento non efficacemente ammorsati alle murature;
  • cordolatura con nastri in fibra di acciaio in microtrefoli di acciaio galvanizzato ad altissima resistenza UHTSS;
  • ricorsi armati con lamine di pultruso realizzati sulle facce esterne, e quindi non affrescate, dello Scalone Monumentale;
  • cordolatura in acciaio prevista in corrispondenza delle coperture vulnerabili e nel sottotetto dello scalone monumentale;
  • irrigidimenti del piano di falda, con applicazione di doppio tavolato in legno e nastri in acciaio controventanti;
  • ricostituzione della tessitura muraria (chiusura nicchie) al fine di ricreare l’integrità muraria delle pareti;
  • placcaggi con rete in materiali compositi previsti ai soli pilastrini presenti a livello di sottotetto nell’ala Nord;
  • consolidamento struttura lignea di volte in camorcanna sia dall’estradosso che dall’intradosso, tramite l’impiego di un restauratore;
  • consolidamento a flessione e taglio di solai in travetti prefabbricati e latero-cemento;
  • realizzazione di una nuova capriate in copertura.

Particolare attenzione è stata rivolta ai quei solai che hanno evidenziato carenze di natura statica nei confronti delle sollecitazioni flessionali e/o taglianti; per quelli di piano primo e secondo della porzione centrale, sono state previste connessioni delle teste delle travi con la parete esterna mediante corda di fibre sfioccata sulla parete stessa dove correrà per tutta la lunghezza del fronte un nastro in fibre di vetro su malta di calce.

La progettazione degli interventi, avvenuta nel rispetto delle linee guida ministeriali per gli edifici storici, ha consentito il miglioramento di molte decine di punti percentuali. La modellazione è stata svolta con il programma di calcolo 3Muri di STADATA.

Sulla base del rilievo fornito è stato sviluppato il modello BIM dell’intero edificio e in esso sono stati inseriti gli interventi progettati con il raggiungimento del livello di dettaglio LOD C.